PROSIT…
Non c’è nulla di meglio di un buon bicchiere di vino nell’atmosfera unica di Tenerife. Grande valore aggiunto all’enogastronomia dell’isola è portato dalla presenza di un numero cospicuo di coltivazioni vitivinicole. Il clima e la geologia della zona conferiscono qualità uniche per una produzione vinicola davvero squisita dai contenuti corposi e strutturati, proponendo una varietà davvero interessante di vini bianchi, rossi, rosati e malvasie prodotte da oltre un centinaio di cantine.
Nel 1497 il portoghese Fernando de Castro piantò la prima vigna sul suolo di Tenerife, attratto dalla fertilità dei suoi terreni vulcanici. L’arrivo congiunto di Spagnoli, Portoghesi, Italiani ed Inglesi ha portato nel tempo a piantare vitigni, perfezionare sistemi di coltivazione e di elaborazione differenti che rendono unico il patrimonio vitivinicolo di Tenerife. La coltura ha mantenuto la propria anima tradizionale senza disdegnare il supporto di nuove tecniche per migliorarne raccolta e trattamento, che avviene con particolare cura ed attenzione, ottenendo vini dagli aromi e dai sapori particolari, ideali per accompagnare i piatti della cucina locale.


L’arcipelago delle Canarie
… posto sull’Atlantico di fronte il Sahara del Sud rappresenta sul piano della viticultura il primo luogo del “Nuovo Mondo” in cui si iniziò a coltivare uva e produrre vini in modo organizzato. L’impulso commerciale degli Inglesi risultò determinante nello sviluppo del settore vinicolo in Canaria al fine contrastare l’egemonia mercantile sul vino dei Genovesi nel Mediterraneo.
Le isole Canarie, sin dal 1400, erano il passaggio obbligato delle rotte marittime europee per Africa, Asia ed Americhe: un nuovo hub di rifornimento e smistamento per nuovi mercati. Nel piccolo porto di Gerarchico, a Tenerife, gli Inglesi caricavano nei loro “barcos” nel 1600 già 15 milioni di litri di Malvasia.
Tra il XVII ed il XVIII secolo l’industria isolana del vino subì un rallentamento. A partire dal 1663 divennero popolari i vini di Madeira e di Oporto sul mercato britannico, principale consumatore dei vini delle Canarie. Alcuni decenni dopo un’eruzione vulcanica distrusse il porto di Garachico, luogo da dove sino ad allora erano salpate le navi cariche di vino dirette in Europa.
Nel 1985 nasce la prima denominazione di origine conferita all’isola, nello specifico ai vini di Tacoronte-Acentejo, che promuove il nuovo settore del vino.
L'isola vanta regioni vitivinicole diverse:
Tacoronte-Acentejo, Ycoden-Daute-Isora, Valle de la Orotava, Valle de Güímar ed Abona. Una menzione speciale merita il vino prodotto con uva Malvasia. Le principali case reali del continente lo consumavano assiduamente.
Anche William Shakespeare o Walter Scott, Shelley Von Humboldt ne parlano in alcune delle loro opere, descrivendo il “Canary Wine” come una eccellenza per la sua ricchezza aromatica penetrante.
Una straordinaria fusione di realtà con 125 vitigni differenti e diversi sistemi di coltivazione che coesiste intatta con tradizioni tramandate nei secoli dai coloni europei.
A Tenerife possiamo infatti incontrare vigneti “Galiziani” e “Portoghesi” a distanza di pochi km, con uve, colture differenti partendo dai 200 metri s.l.m. fino a 1700 m in una cornice di antiche cantine in cui possiamo respirare e toccare con mano la storia. Torchi in legno di 250-300 anni – realizzati con i pini della vicina isola del Hierro – ancora ben conservati, vitigni centenari senza mai essere toccati dalla filossera.


A Tenerife si trovano varie tipologie di coltivazione della vite, in funzione della regione e del tipo di uva. Questa ricchezza di agrosistemi vitivinicoli, difficile da trovare in altre zone dalle dimensioni ridotte, è il risultato dell’interazione tra i coltivatori di varie provenienze stabilitisi sull’isola, dell’orografia e dell’orientamento verso i venti alisei delle varie zone in cui si sono sviluppati i vari tipi di vitigno.
Gli aromi dei vari vini di Tenerife riflettono anche il microclima e suoli diversi dell’isola accarezzati dall’energia dell’Atlantico e dal sole mai estremo con le alte montagne vulcaniche che fermano a 1500 m s.l.m. i venti Alisei formando una cappa di nubi, la cosiddetta “Panza de burro” (pancia dell’asino), portatrice di escursioni termiche, frescura, pioggia ed umidità indispensabili per i vigneti con declinazioni aromatiche di acidità e freschezza uniche.
Tacoronte-Acentejo e Ycoden-Daute-Isora
Nella regione di Tacoronte-Acentejo predomina il vigneto basso (0,80 m) sostenuto da forcelle ancorate al terreno. Nella Valle de La Orotava è diffuso il laborioso sistema a treccia o resta. Entrambi i sistemi consentono di sfruttare il terreno per altre colture abbinate.
Nella regione di Ycoden-Daute-Isora si possono trovare vari sistemi, come la pergola, il vaso irregolare o il vigneto basso. Più recentemente si è aggiunta la coltivazione a spalliera. Anche nella zona sud dell’isola prevale il vigneto basso sostenuto da forcelle sul perimetro dei campi coltivati, mentre nelle zone più alte (come Vilaflor, nella regione di Abona o los Pelados de Güímar) si possono trovare coltivazioni a vaso.

Uno dei fattori chiave del successo dei vini di Tenerife è la presenza di diverse varietà autoctone di vite prefilosseriche coltivate sull’isola, che non si trovano nel resto del paese.
Listán Bianco, Malvasia, Gual, Albillo Criollo, Vijariego, Moscatel, Marmajuelo e Verdello sono le uve che si usano per produrre i vini bianchi nelle zone Orotava, San Miguel, Arico e Guimar, mentre i rosati (più corposi, dal sapore più intenso e più persistenti tipici della zona di La Guancha) ed i rossi (prodotti e rappresentativi della zona di Tacoronte-Acentejo) provengono prevalentemente dalle uve Listán Nero (molto resistente e vigorosa, si riconosce per i grappoli di dimensioni medie e di colore scuro, produce vini aromatici e fruttati molto tipici), Negramoll (molto apprezzata perché trasferisce ai vini una sensazione vellutata) e Tintilla.
Tra le uva bianche spicca la Malvasia. Si tratta di una bacca particolarmente aromatica, tra le più antiche che si conoscono, che veniva usata in passato per produrre i vini locali tanto apprezzati in Europa. Si tratta di un vitigno diverso da quello che si trova nel resto della Spagna o a Lanzarote.
A queste latitudini raggiunge tutta la sua qualità ed il potenziale espressivo. La produzione dei vini Malvasia è stata per vari secoli il principale propulsore economico dell’isola di Tenerife. La loro qualità ed il loro gusto (colore dorato ed aroma intenso) ne fecero uno dei più quotati del mondo, soprattutto in Europa. Nel Vecchio Continente erano molto apprezzati i celebri Canary Sack.
I primi vini prodotti a Tenerife furono bianchi, introdotti dai colonizzatori sull’isola, che inizialmente venivano prodotti con uve provenienti dalla Grecia nel periodo della caduta dell’Impero Ottomano. La loro coltivazione si estese poi rapidamente alle zone basse di Tenerife. Attualmente esistono molti tipi di vino bianco a Tenerife, che accompagnano ogni giorno le ricette più squisite nei ristoranti delle Canarie. Il leggero gusto di anice e gli aromi fruttati e fioriti sono il giusto complemento di una buona struttura, elementi che ne fanno dei vini molto apprezzati.
Per quanto concerne la produzione di vino, Tenerife fornisce da sola il 50% di tutte le isole canarie: considerando la realtà agricola dell’isola, la cultura della vite è la prima in quanto impegno di superficie, seguita a notevole distanza dalla cultura delle banane e delle patate.
Gustare il vino di Tenerife come ad esempio il Marmajuelo, il Viariego, la Malvasia “Rosada e Volcanica”, il Baboso, il Gual porta un’avvolgente emozione perché incorpora negli aromi minerali e sub-tropicali una storia di secoli, di lavoro di braccia e mani dei coloni fino ai giorni nostri. Viaggiando a Tenerife ci imbattiamo in vigneti tra paesaggi, colori, aromi come in una sorta di continente in miniatura che sorprende per il mosaico varietale di uve, vitigni e vini unico e quanto mai inedito. Si può gustare la stessa Malvasia di Shakespeare e del Capitano inglese Nelson che barattò con gli Spagnoli, a Tenerife, formaggio e birra per la Malvasia dell’isola: una storia oltre il bicchiere.

Museo del Vino - Orotava

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